Your gateway to the digital frontier!
Date | Entry |
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30 marzo, 14:48 – permalink | B27. Utile avere precise coordinate per questa sedia. |
30 marzo, 02:05 – permalink | Barragemi lascia stanco, ma incuriosito. In due sembra però un gioco molto crudele. |
29 marzo, 18:23 – permalink | Cippu ha bicchieri coordinati per giocare a Wingspan. |
15 marzo, 10:02 – permalink | In visita alla Reggia dello Scorpione. |
11 marzo, 20:43 – permalink | Improvvisiamo: wrap salmone ed halloumi. |
“There's a woodpecker. I can hear it.”
L'anziana è in mezzo alla strada, con una paletta di plastica arancio in mano. Siamo soli fra queste villette, sta proprio parlando con me. E sia.
“Spring's finally here, ay?”
“A woodpecker, yes. I haven't seen it yet, but I can hear it.”
È sabato mattina e sto vagando dietro casa. Ho già incontrato cavalli, pecore, cento cani a passeggio con i loro proprietari. Un mondo di sentieri a me sconosciuti supera la collina, e mi insinuo in quartieri il cui nome associo solo al display di un autobus. Cerco di tenermi lontano dalle arterie più trafficate, ma le zone residenziali di questa città sono piccoli labirinti, come un giardino che cerca di sembrare più grande con un intrico di siepi e sentieri. Il confine fra di esse è spesso un membrana non-permeabile: neanche un passaggio da una all'altra.
“Is there a path through to the park from here?”
Mi guarda dritto negli occhi per tre secondi. Uno. Due. Tre.
“There used to be one.”
Laconica come la sfinge, forse la stessa età, si lancia in un'epica spiegazione che tocca nobili latifondisti, ragazzini con BMX, legioni di avvocati. Faccio un passo indietro, ringrazio, mi allontano rapido. L'anziana torna a fissare il bosco oltre la staccionata, in cerca del picchio e della primavera.
Percorro stradine a ritroso:avenue,close,crescent,drive,gardens,loan,roadtutte con lo stesso nome, come se in Italia aprissimo Via Roma, Viale Roma, Vicolo Roma, Corso Roma e Piazza Roma nel raggio di duecento metri. Al termine di ognuna una vecchina, ne sono certo.
Faquasicaldo stamattina, e per mezz'ora sono persino in maglietta. Passeggio e penso ai lavori di casa, a posizioni e progetti sul lavoro, a codice e scritti. Poi mi finisce la città: un cavalcavia supera la tangenziale e sono nel parco delle Pentland, le alture a sud di Edimburgo. Avere colline verdi a disposizione mi aiuta a pensare: mi inerpico e sono nel silenzio, la città un modellino davanti a me, la vita ridotta alle questioni importanti.
Non c'è molta vegetazione in questo parco
La posizioneche mi attirava la scorsa estate è riapparsa. Nel mentre vengo promosso asenior engineering manager, ed il mio raggio d'azione si allarga. Cavalco questa carriera da manager—sono ancora incredulo quando mi sento direyou are the one with the human touch—oppure scelgo l'avventura meno stressante deltech lead? Non ho molto tempo per considerare la questione, la scadenza è domani, e sono ancora incerto quando raggiungo la cima. Scelgo la mossa che non chiude porte: candidarmi per la posizione. Penserò al gatto se mi ritrovo con un sacco in mano.
Dalle alture lo sguardo ora può spaziare... fino alla foschia. Oggi non ho tempo di arrivare lontano, ma sono attratto dall'orizzonte, dalla promessa di lunghe camminate. Ignoro la tensione migratoria e punto invece i piedi verso casa. Un'oretta più tardi sono quasi a arrivato, quando riscoproil cartelloche sei mesi fa aveva rimescolato il chaos: è ancora li, quella proprietà invenduta.
Vivere in questa zona sta portando nuove esperienze, che prima associavo alla vita in campagna, o in un piccolo paesino. Scarrellare i bidoni della differenziata fino al marciapiede il giorno giusto; suonare il campanello del vicino ed essere invitati a bere una tazza di the; ascoltare le vicende della strada, piene di nomi propri, personaggi che vivono li da 10, 20, 50 anni. Per ora abbasso ancora la media.
11 marzo, 17:33 – permalink
Tipico tramonto drammatico.
Guardo il calendario con forti dubbi, ma quello insiste: sono già passate tre settimane dal quando siamo entrati nella casa nuova. Siamo ancora vicini al perigeo del trasloco: siamo circondati da scatole e mobili in vari stati di dis-assemblaggio, e ci muoviamo alla massima velocità.
Nulla di nuovo, se non che il campo di battaglia contro l'entropia questa volta è più ampio: ci permette manovre diversive al piano di sopra, in attesa della battaglia campale contro la moquette del piano terra.
Siedo in una stanza che non ha ancora deciso quale ruolo coprire, dove abbiamo aggregato tre mobili della sala per creare un'oasi di familiarità. Altre stanze mi restano aliene, e mi sento un po' perso in cucina: l'abitudine sta ingranando, ma continuo ad aprire il cassetto sbagliato.
La linea del telefono è arrivata solo Giovedì scorso, tirandomi fuori da un interessante periodo scollegato. Non che internet fosse completamente inaccessibile, ma ho deciso di cavalcare la scarsità e considerarla una risorsa limitata. La testa si è svuotata, ho scritto codice, ripulitodungeon minati, e portato avanti lavori in casa. La nostra crociata contro la moquette ci ha portato a scoprire ed aspirare strati di fuliggine degli anni '60, quando il carbone ancora scaldava le case.
Pavimenti, cucina, caloriferi—ogni tanto mi appoggio in un angolo e lascio che la mente costruisca il grafo delle dipendenze fra tutti i lavori che riesco ad immaginare—finestre, tappezzeria, finti camini da eliminare. Lascio che la complessità si accumuli fino a deformare la realtà, un buco nero di tempo e costi, poilascio andareil tutto. Faremo un passo alla volta, possibilmente nella direzione giusta. Sotto alla moquette c'è un tavolato in legno, grezzo ma in buone condizioni, e per ora basta quello. Il punto è sistemare le cose davvero importanti, poi mettere in moto il domino dei mobili e delle scatole, e creare una casa.
Le travi ripulite hanno un colore più sano
Accanto a me è una finestra enorme. Nei mesi dopo la prima (ed unica) visita mi ero dimenticato di quanto fossero ampie. Data l'importanza dela finestranella casa precedente, non sarà una sorpresa. Questa casa ne haquattro, vetri singoli comeil Giappone d'inverno, ma almeno abbiamo il riscaldamento centralizzato. Immaginate un futuro post intitolato "Finestre nuove", dove festeggio l'installazione dei doppi vetri.
Fuori l'ultimo sole illumina il prato del giardino. Il giardino è piccino, ma nostro. L'erba sta cominciando a crescere, e non abbiamo un taglia-erba. Finisce sulla lista dei mille attrezzi da comprare, in un futuro non troppo lontano. Gli alberi e le siepi sono ancora senza foglie, ma bulbi piantati da qualcun'altro iniziano a fiorire a sorpresa. Bucaneve, crochi, un narciso che si è svegliato prima degli altri.
Approvo le giornate che si allungano: secondo icalcoli, a partire da Febbraio abbiamo luce sufficiente a percorrere distanze medio-lunghe. È tempo di guardare mappe, trovare posti interessanti da attraversare, e destinazioni lungo una ferrovia. Se Marzo porta un fine settimana decente, sarà di nuovo zaino in spalla, e fuori casa alle otto.
Come pronosticato, il provider ha staccato la linea con una settimana di anticipo. Emano lo zen più estremo, tipo saiyan, e mantengo la calma.
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